Per quel che riguarda il Giappone, il termine shūkyō 宗教 (religione) ha una storia piuttosto complessa strettamente collegata alla relazione tra il Giappone moderno e i Paesi cosiddetti Occidentali. Prima dell’incontro con le potenze coloniali, infatti, venivano utilizzate parole diverse come dō o michi 道, (via, sistema, come ad esempio Shintō, “La via degli Dei”), e non esisteva né un equivalente linguistico o concettuale per la nozione “occidentale” di religione, né la logica aristotelica che ha portato al principio di non contraddizione: come conseguenza, piuttosto che considerare inconciliabili diversi sistemi di pensiero, il background culturale del Giappone ha sempre favorito il compromesso, le similitudini e gli elementi condivisi tra le diverse tradizioni.
Le origini di shūkyō
Lo sviluppo del termine shūkyō comincia nel 1907, coniato daAnesaki Masaharu 姉崎 正治. All’inizio, vediamo che il termine si riferisce da un lato a una religione unitaria, specifica del Giappone (con un forte senso di esclusività), e allo stesso tempo era utilizzato in riferimento alle diverse tradizioni giapponesi (in modo più inclusivo). La maggioranza degli studiosi giapponesi hanno evitato l’utilizzo del termine nel suo senso inclusivo, preferendo lo spazio concettuale che include le differenti esperienze religiose in Giappone.
La parola “religione” è generalmente riconosciuta, dagli autori giapponesi, come portatrice di un forte nozione di trascendenza, derivante dal Cristianesimo; nel Giappone moderno, l’aspetto trascendente del Cristianesimo (Protestante) è stato impiegato come strumento attraverso cui era possibile sviluppare una visione trascendente del sè, e criticare oggettivamente valori morali e l’autorità dello stato. Tuttavia, mentre la nozione occidentale di trascendenza è stata presa in considerazione, rimane difficile individuare, nell’interpretazione giapponese del Cristianesimo, quel senso di colpa ontologica tipico delle società occidentali-cristiane, portando invece ad una “indigenizzazione” e trasformazione della nozione.
Accanto all’elemento trascendente di matrice cristiana, è anche molto significativo l’elemento buddhista, in particolare dopo il lavoro di ricerca di studiosi come Nishida Kitarō西田幾多郎. In generale, l’introduzione del concetto di religione inteso come modernizzante e occidentalizzante è considerato essere una premessa cruciale alle relazioni successive tra religione e stato nel Giappone moderno
The conceptual core of State Shinto as it came into being since the1880s, i.e. the definition of Shinto as a non-religious entity, hinged upon a certain antecedent definition of religion that made possible the exclusion of Shinto from it.
Krämer, “How ‘Religion’ Came to Be Translated as ‘Shūkyō’”, p. 90.
Religione e morale
L’introduzione del concetto occidentale di religione ha introdotto una dicotomia tra ciò che era considerata ora la sfera religiosa in senso cristiano, shūkyō, e la sfera della moralità, dōtoku道徳.
Pertanto, in ambito accademico e di ricerca, c’è molto scetticismo e cautela nella definizione chiara e precisa di questo concetto (“religione”), al punto da suggerire in alcuni casi di evitare completamente una definizione
una definizione di ciò che la religione è non può trovarsi all’inizio, ma caso mai, alla fine di un’indagine come quella che segue.
Weber Max, Economia e società, Milano, Comunità, 1968 [first ed. 1922]. Pag.411
Credenze religiose in Giappone
La maggior parte della popolazione Giapponese tende a non identificarsi all’interno di un’unica fede, e a incorporare nel proprio orizzonte elementi derivanti dalle diverse realtà religiose, in quella che possiamo definire una serena libertà di culto per ogni tipo di fede.
La maggior parte della popolazione Giapponese tende a non identificarsi all’interno di un’unica fede
Le principali fedi che caratterizzano la cultura giapponese sono lo Shintō (lett. Via degli Dei) e il Buddhismo; accanto ad esse, troviamo una forte influenza del pensiero confuciano che, benchè mai evoluto in culto vero e proprio in terra giapponese, è penetrato in profondità nella realtà locale, in particolare nella strutturazione della famiglia e nel culto degli antenati.
Le principali fedi che caratterizzano la cultura giapponese sono lo Shintō (lett. Via degli Dei) e il Buddhismo
Vi sono inoltre quelle che vengono chiamate Nuove Religioni, termine che indica un’ampia gamma di movimenti religiosi di origine mediamente recente, spesso nate intorno a figure carismatiche di guaritori o sciamane, che uniscono insieme elementi shintoisti, buddhisti e cristiani. Esistono infine una serie di minoranze religiose tra cui il Cristianesimo, che conta tra 1 e 3 milioni di fedeli, l’Islam, l’Hinduismo, la religione Bahai, il Jainismo e le religioni proprie delle isole di Okinawa.