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La morte, la perdita, il tempo che non torna più. Il difficoltà di un rapporto madre – figlia che si pensava perduto e che si cerca con ogni sforzo possibile.

Preparatevi a piangere…

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Stati Uniti. Michelle è figlia di una donna coreana e di un uomo statunitense. Apriamo le prime pagine con il trauma della morte. Una madre che muore per tumore.

A ritroso, Michelle Zauner ci porta nel suo rapporto con la figura materna, un racconto veicolato anche dal cibo coreano, e nella difficoltà di corrispondere appieno alle aspettative materne. Un rapporto che si crede perduto ma che viene recuperato (a fatica e tra le lacrime) quando la madre scopre la malattia.

Il tutto senza mai fare mistero degli angoli più meschini e bui della sofferenza, anzi, spiattellandoceli in faccia.

Seguiamo quindi l’autrice mentre naviga il dolore e la speranza – fino all’ineluttabile conclusione. Un cammino doloroso, che coinvolge anche il rapporto, molto più complesso e faticoso, con il padre. E poi, la seguiamo mentre riscopre un rapporto ancora più complesso, quello con la terra materna, la Corea del Sud.

Una lettura che consiglio profondamente, e che tra una lacrima e l’altra, ci porta a riflettere su morte, amore e differenza