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Sono rientrata in Italia, e come sempre sento l’immediata mancanza del Giappone; il tempo è sempre troppo poco, e scorre troppo rapido! Ad ogni modo, oggi voglio accompagnarvi in un rapido giro per le vie della bella Hirosaki, la seconda città della prefettura di Aomori. Sono potuta rimanere solo per una settimana, per completare alcuni passaggi del mio lavoro di campo nell’area, e non ho potuto assaporarla come avrei voluto: tuttavia ho potuto sbirciare tra i diversi volti di questa antica citta, i suoi luoghi storici e le sue aree più moderne.

Il castello di Hirosaki e il suo parco

Come forse molti di voi già sanno, Hirosaki è famosa principalmente per il suo castello e per il popolarissimo matsuri primaverile che si tiene nel suo parco, quando i fiori di ciliegio sono in piena esplosione. Dato il periodo dell’anno, non ho certo potuto godere di questa visuale, e mi sono persa il matsuri autunnale per un paio di giorni, ma qua e là si riuscivano già a intravvedere gli aceri che perdevano il verde estivo e viravano verso il giallo e l’arancione. L’intera area è infatti il luogo di elezione per immergersi nelle foglie autunnali (momiji, o koyo) da fine ottobre in poi.

Poichè il mio ryokan si trovava molto vicino al castello, questo è stato il primo luogo di scoperta: l’immenso parco è circondato da un canale con pacifiche papere e bellissime ninfee, e rappresenta un pulsante polmone verde nella città. Si può accedere al parco (e al castello) da diverse entrate – io sono passata sotto la porta sud – e una volta dentro ci si lascia guidare dai suoni della natura: il leggero fruscio degli alberi ancora in parte verdi, e poi il fluire dell’acqua sotto i ponti rossi, e il silenzio immoto delle pietre bianche.

Passeggiando nei diversi meandri del giardino si raggiunge uno spiazzo da cui è possibile affacciarsi sul Monte Iwaki – uno dei monti sacri più importanti dell’area – e si può infine uscire attraverso il cancello a nord, dove improvvisamente sembra di essere sbucati in un’altra epoca. Qui si adagia infatti la Nakamachi Buke-Yashiki, l’antico quartiere dei samurai, dove ancora oggi si possono trovare le abitazioni tradizionali – molte delle quali allo stato originale.

Neanche da dire, sono belle da togliere il fiato.

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Zenringai e i 33 templi

Zenringai and the 33 temples

Il secondo luogo di grande fascino della città – soprattutto per gli antropologi delle religioni (wink wink) – è il quartiere dei templi chiamato Zenringai, leggermente più a sud del castello. Ho passato un intero pomeriggio a vagare senza meta tra queste strade, e non ho potuto gustarmi tutte le strutture, ma sarebbe stato davvero coinvolgente riuscire a visitare ogni tempio con attenzione e cura.

Meraviglioso. Con l’imponente Chosonji che chiude il cammino, e con l’antico miira (mummia buddhista) che dal suo mausoleo – al momento non visitabile – guarda su tutta la zona.

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